Day 13 - I am not superstitious but ...

Approaching ORD over Chicago Downtown 






Sono arrivato al tredicesimo giorno di viaggio, fino ad oggi tutto è andato meglio del previsto e sarà così anche oggi? Dopo pochi secondi di dubbio la mia parte razionale prende agevolmente il sopravvento sul minimo residuo irrazionale e mi convinco che sarà un giorno come gli altri ...
Prenoto una macchina su Uber per andare in aeroporto e spero che il guidatore non protesti troppo sul peso dei miei bagagli: non so resistere alla tentazione di acquistare libri e guide varie quando visito i vari musei e la riguadagnata libertà di gironzolare grazie ad Atto per le librerie degli aeroporti ha incrementato il problema ed il peso dei bagagli. Arriva Aaron con la sua macchina supercompatta, appena la vedo penso “Non ce la faremo mai a farci stare tutto!”. Aaron mi tranquillizza e mi dice “We can do it!”. Ed in effetti dopo vari tentativi riusciamo a stipare tutto, anche se ho come l’impressione che la macchina si sia “gonfiata”, spero che mentre siamo in viaggio non si stacchino le portiere. Partiamo e dopo un po’ lui mi chiede il motivo del mio viaggio a Little Rock ed io gli spiego che l’Arkansas è uno dei pochi stati che non avevo ancora visitato. Aggiungo che Little Rock è stata una piacevole sorpresa ed ho trovato gente molto amichevole e disponibile (Ranger a parte). Aaron, contento del mio apprezzamento e stupito del fatto che io abbia visitato la maggior parte degli stati americani, mi confessa che lui è nato in un piccolo villaggio rurale dell’Arkansas ed è stato solo negli stati confinanti Mississippi e Texas. Continua dicendo che purtroppo i media danno una visione distorta degli stati del Sud, dipingendoli come popolati da bifolchi razzisti, ma non è così. Annuisco. Lui prosegue, “Ad esempio anche qua abbiamo gli omosessuali (sic!) e vivono tranquillamente. Certo che non è come a San Francisco dove li vedi baciarsi per strada, no qua scene simili non le vedi!”. Ok, mi aspetto che ora mi faccia vedere orgoglioso la sua tessera del KuKluxKlan e da vero liberal aggiunga “Però ora non linciamo più i neri”. In realtà continuiamo a parlare della città di Little Rock ed io evito di parlare di politica: non ho dubbi su chi abbia votato e su chi voterà. All’aeroporto mi aiuta gentilmente ad aprire Atto e mi porta i bagagli fino al check-in. E qui trovo la prima sorpresa: il volo American per Dallas è stato cancellato per generici motivi di manutenzione e sono stato riprotetto sul volo per Chicago a metà pomeriggio e da Chicago poi giù di nuovo verso Saint Louis.
Ok, ne approfitto per visitare l’aeroporto pieno di ritratti di Bill e Hillary Clinton e cartelloni che ne celebrano la carriera politica. Dopo aver visitato anche i meandri più nascosti dell’aeroporto, finalmente ci imbarchiamo. Volo regolare fino al trafficatissimo ORD, l’aeroporto di Chicago. Appena sbarcato la nuova sorpresa: il volo per St.Louis ha un ritardo di 2 ore. Ok, altro giro dell’aeroporto, questa volta parziale perché ORD è enorme. Nonostante i vari km percorsi l’indicatore di autonomia di Atto ha ancora quattro tacche, piena autonomia. Bene, mi avvio al gate ed inizia l’imbarco. Come al solito spiego all’agente di rampa come chiudere Atto ed attendo l’imbarco. Quando ormai quasi tutti sono saliti, l’affranto impiegato di American annuncia che mentre il comandante faceva il solito giro di controllo attorno all’aereo ha notato un pneumatico un po’ sgonfio e quindi per sicurezza sarà sostituito. “Ma l’operazione sarà veloce perché c’è un pneumatico di scorta a bordo!”. Questa non l’avevo ancora sentita! Dopo 20 min l’addetto American ritorna sempre più affranto ed annuncia che purtroppo il pneumatico a bordo non va bene e bisognerà cambiare aereo e gate. Ci avviamo tutti verso il, non vicino, nuovo gate. Quando siamo quasi arrivati gli altoparlanti annunciano che la partenza è di nuovo al gate originale: dietrofront. Il mugugno dei passeggeri aumenta. Alla fine arrivo a St.Louis alle 23.30 con più di 5 ore di ritardo. Ormai è fatta: mi attende una bella dormita in hotel. Il ragazzo dell’assistenza mi porta fino al taxi e carica tutti i bagagli. Quando siamo pronti per partire, ridendo, mi dice “Ah, c'è anche questo pezzo”. È la base del porta stampelle tranciato di netto! Lo guardo con un’occhiata assassina e gli chiedo perché non me l’ha detto prima! Lui sbiancato mi dice che pensava non fosse importante... A questo punto gli faccio scaricare tutti i bagagli e ci avviamo all’ufficio bagagli danneggiati di American. Qui l’addetta non vede l’ora di andare a casa e comincia a compilare svogliatamente il modulo denuncia danni. Dopo svariati errori e moduli gettati nel cestino, finalmente è pronta per la fase 2: contattare il centralino della Global Service attivo 24x7 per avere indicazioni su come procedere, riparazione o sostituzione. Le dico che è impossibile riparare il pezzo, ma l’addetta mi ribatte che questo può solo deciderlo GlobalService... La mia parte irrazionale prende il sopravvento e, oltre a suggerirmi di strozzare l’addetta, mi conferma che il 13 porta decisamente sfortuna! Dopo 15 minuti di inutile attesa, con sottofondo di rilassante brano di musica classica, getto la spugna e le chiedo di inviare messaggio all’entità superiore Global Service di contattarmi il mattino successivo in hotel, non possono chiamarmi direttamente sul cellulare perché è un numero straniero ..,
Il mattino dopo mi contatteranno e dopo la richiesta di una breve spiegazione con foto allegata, mi confermeranno il rimborso. Il tredicesimo giorno è passato.















Commenti

  1. Fede.: ok il 13 non è un gran giorno. Precauzioni x il 13 agosto??!! Tuo blog super!

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  2. Semplice o non fare viaggi più lunghi di 12 giorni o passare il tredicesimo in Hotel (sperando che non vada a fuoco o che ci sia un terremoto) 😉😂

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    1. Comunque ieri ho sperimentato che anche il tredicesimo volo porta una sfiga pazzesca! A breve su questo blog, stay tuned!

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  3. Fede. Ciao Riccardo,.......... E allora! Ti è venuto il blocco dello scrittore... Siamo in attesa di novità! Un abbraccio forte forte

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