Day 2 - The Metropolitan Museum of Art and Central Park




Come succede ogni volta che arrivo negli USA mi sveglio il mattino successivo verso le cinque.
Questo mi permette di aggiornare il mio blog e ricontrollare le attività della giornata.
Anche oggi ci sarà una novità: la visita di un museo, un grande museo!, dopo diversi anni.
Per la verità qualche visita c’è stata, come l’anno scorso in Nuova Zelanda a Christchurch presso l’interessante Canterbury Museum e la sua stupenda sala dedicata all’Antartico dove mi sono trascinato sulle mie stampelle raggiungendo livelli di fatica a tutt’oggi imbattuti.
In rarissime occasioni come lo scorso Marzo a Wellington, sempre Nuova Zelanda, ho trovato uno scooter elettrico messo a disposizione del gentile e professionale staff del magnifico museo nazionale Te Papa, ma si tratta di fortunate eccezioni.
Oggi invece potrò finalmente provare la libertà di girare a mio piacimento in un museo senza alcuna fatica: inconcepibile!
Arrivo al museo con il comodo servizio WAT (wheelchair accessible taxi) obbligatorio in tutto lo stato di New York. Come al solito salgo direttamente nel taxi con Atto ed il solerte taxista arpiona lo scooter in quattro punti. Peccato che io invece rimanga in completa balia delle leggi della fisica ed in particolare della forza centrifuga che raggiunge i suoi picchi nelle strette curve che il taxista affronta con accelerazioni improvvise. Tra una centrifuga e l’altra penso al paradosso delle leggi statunitensi che regolamentano la sicurezza stradale: sono le più avanzate e severe al mondo - sono stati loro ad introdurre per primi airbags, seggiolini per bambini, cinture per i sedili posteriori, etc. - e tuttavia permettono ad un disabile di schiantarsi contro il parabrezza alla prima frenata brusca!
Il taxista mi sbarca nell’apposita area di sosta di fronte all’entrata del museo dedicata ai disabili, sulla Fifth Avenue.
Entro fiducioso nella poco appariscente entrata, quella principale, decisamente maestosa, è per me off-limits a causa della imponente scalinata su cui siedono decine di turisti stile Piazza di Spagna.
Passo il controllo di sicurezza senza problemi e mi avvio alle casse: il prezzo del biglietto è 27 USD non poco, ma d’altra parte il Met è uno dei principali musei americani. Chiedo comunque alla cassiera quanto fa e lei mi risponde “Lei quanto VUOLE pagare?”. Rimango un attimo in silenzio e poi ridendo le rispondo “Vorrei pagare niente!”. Al che lei senza battere ciglio mi dice “ Ah, va bene”. Mi viene il dubbio di partecipare alla versione americana di Scherzi a parte. Allora, di nuovo serio, le dico “No scusa, forse non ho capito bene, ma cosa intendi per “quanto vuoi pagare?”.
E lei mi spiega che il comune di New York ha recentemente deciso di far pagare l’ingresso su base volontaria a tutti i visitatori disabili e non solo a quelli residenti come scritto sul sito internet. Sono commosso a tal punto che, superando l’atavica avarizia presente nella parte ligure del mio DNA, pago ben 10 USD, d’altra parte ne ho risparmiato 17! Belin!
Procedo verso gli ascensori per iniziare la visita dell’ala dedicata alla cultura greco-romana, decisamente vasta e colma di visitatori. Proseguo nel padiglione egiziano con una notevole collezione di mummie ed un papiro lungo 10 metri! Molto interessante anche la collezione medioevale con la ricostruzione di un cortile di un castello spagnolo comprato da un tycoon americano a inizio novecento e portato a New York per abbellire la sua mansione. Alla sua morte fu di nuovo smantellato ed acquistato dal Met. Concludo la visita nell’interessantissima area dedicata alla cultura delle popolazioni del Pacifico. A rendere speciale questa parte del museo è l’assenza quasi assoluta di altri visitatori - mancano 20 min alla chiusura. Magico!
Mi avvio all’uscita e fuori mi attende una piacevole temperatura primaverile. Di fronte al museo sono presenti i tradizionali chioschi che vendono sia i tradizionali Nathan’s hot dogs, sia pietanze più esotiche tipo falafel, chicken kebab ed altri cibi dai nomi sconosciuti. Una volta ero attratto da un buon Nathan’s hot dog, ma ora il primo pensiero che mi viene vedendo questi chioschi è: junk food!
Preso dall’ottimismo per la perfetta visita del museo decido di introdurre un’ulteriore novità e mi spingo all’interno di Central Park. Quello che all’inizio avevo pianificato come un breve

giro, evolve in una piacevolissima “passeggiata” di diversi kilometri per i sentieri di Central Park! E la batteria non è neanche a metà. Mi avvio verso la necessaria centrifuga estremamente soddisfatto! Finalmente ho ritrovato la libertà di spostarmi senza problemi.

Commenti

  1. Ti leggo sempre con piacere, molto simpatico lo stile di questo blog 😁

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    1. Troppo gentile Ste67! PS: i 10Euro concordati arriveranno a breve sul tuo conto

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  2. Sono felice per te, e piacevolmente divertito dalla lettura del tuo racconto: è un pò come stare lì con te!
    A domani
    Roberto B.

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    1. Grazie Roberto! PS:anche per te i 10Euro a breve... belin, certo che mi costate un botto!

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  3. Bello il racconto e soprattutto il modo di raccontare. si legge con piacere e ti fa venire voglia di aspettare la prossima puntata (...10 euro hai detto, giusto? ;-) )

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