Day 14 - St. Louis, The Gateway to the West!






















L’hotel è centralissimo, proprio di fronte al gigantesco stadio The Dome. Il Gateway Arch, simbolo iconico di St. Louis, dista circa 2 miglia. Decido quindi di procedere direttamente con Atto. Il percorso si svolge in gran parte su marciapiedi ben tenuti e liberi da ostacoli, tranne gli onnipresenti monopattini elettrici che vengono disordinatamente abbandonati sui marciapiedi. Sono diffusissimi nelle principali città americane e si attivano tramite app. Sono leggerissimi ed anche veloci: raggiungono i 40 km/h e ci sono già stati negli USA diversi incidenti mortali. Molti dei palazzi del centro sono stati costruiti a fine ‘800 e danno un tocco di classe al centro. Arrivo alla prima meta: la Old Court House con la sua cupola che ricalca, in scala ridotta, quella del Vaticano. L’edificio fu ultimato nel 1828 per ospitare il palazzo di giustizia cittadino e nel corso degli anni fu ingrandito per stare al passo con la crescita esponenziale della popolazione di St.Louis che a metà ‘800 diventò la principale porta di ingresso verso il Far West (Gateway of the West). All’interno del tribunale fu tenuta l’ultima asta di schiavi in territorio americano nel 1861. Nelle sale interne vengono spiegate con l’ausilio di cimeli originali e dettagliati diorami le principali tappe della travagliata ed interessante crescita di St.Louis. Si parte dalla fondazione nel 1764 da parte di cacciatori di pellicce francesi che le danno il nome di Saint Louis in onore del re Luigi IX. Lo stesso anno della fondazione la città passò agli spagnoli per poi ritornare ai francesi nel 1800. A quel punto Napoleone, per poter finanziare le sue guerre europee, decide di vendere al giovane stato americano tutti i possedimenti francesi presenti negli attuali USA, che ai tempi venivano chiamati Lousiana, ma comprendevano territori molto più vasti dell’attuale Lousiana: 2,1 milioni di km2 contro gli 0,13 milioni km2 dell’odierno stato della Louisiana. Con quell’acquisto nell’arco di una giornata gli Stati Uniti raddoppiarono la loro superficie! Ed il tutto al prezzo di una quindicina di milioni di dollari in oro, prezzo importante per l’epoca, ma infinitamente inferiore alla ricchezza che quel territorio avrebbe negli anni fornito agli USA. In un’altra sala è celebrata l’epica impresa di Lewis e Clark che partendo da St.Louis esplorarono gran parte del territorio occidentale (Far West) allora praticamente sconosciuto, aprendo le prime vie di collegamento verso l’Oceano Pacifico. Infine una sala è dedicata alla migrazione verso il West con interessanti e dettagliati racconti delle carovane che partendo da St. Louis iniziavano un viaggio in territori ostili che sarebbe durato mesi senza la certezza di arrivare vivi alla meta: un’epopea che avrebbe poi generato il mito del Far West.
Nonostante il museo sia molto interessante, purtroppo le stanze sono minuscole e le mie capacità di manovra con Atto vengono messe a dura prova: in due occasioni sono costretto ad un’umiliante richiesta di aiuto per districarmi tra carovane e manichini di pellerossa. In un’occasione facendo retromarcia centro un povero pioniere (manichino) che traballante minaccia un catastrofico effetto domino su tutta la carovana ed indiani all’attacco. Fortunatamente nessun incidente ed anzi all’uscita del museo ho anche perfezionato alcuni trucchetti per manovrare Atto al meglio!
Fuori il caldo sta diventando insopportabile e quindi, dopo alcune foto di rito alla base dell’enorme Arco costruito dall’architetto finnico-americano Eero Saarinen a metà degli anni ‘60, mi avvio al Museum of Westward Expansion da pochi mesi completato. È enorme! È posto nel terreno sottostante all’Arco ed è una vera celebrazione dell’espansione degli Stati Uniti verso Ovest.
All’ingresso un simpatico volontario vestito stile Davy Crockett e con un fucile inizio ‘Ottocento allieta i visitatori raccontando la dura vita di un cacciatore di castori durante la fondazione di St. Louis. Gli faccio qualche domanda e vista la scarsità di interesse della maggioranza dei visitatori nelle tecniche di caccia al castoro, mi premia con interessanti e divertenti storie sulla nascita di St. Louis. Quando scopre che sono italiano, ormai è pronto a dichiarami Capo Cacciatore di Castori Onorario, perché è appena tornato da una vacanza di due settimane in Italia ed è stata stupenda! E mi snocciola tutti i posti superturistici che un americano medio non vede l’ora di visitare in Italia: Venezia con la gita in gondola, Roma con la fontana di Trevi - forse l’ha anche acquistata! -, etc.
Beh, comunque non male per un cacciatore di castori.
Finalmente arriva un altro turista interessato alla vita dei castori ed io riesco a svicolarmi. Mi avvio quindi verso le vaste sale - rispetto alle ristrettezze dell’Old Court House, qui mi sento come su un’autostrada a sei corsie! - che permettono di rivivere uno dei periodi fondamentali nella creazione degli USA. Una nota negativa, l’aria condizionata a manetta che dopo alcuni minuti mi fa rimpiangere il piacevole caldo avvolgente all’esterno: più che agli ambienti aridi ed abbrustoliti tipici dei film western, penso alla steppa sub-artica dell’Alaska.
Un’altra attrazione, purtroppo a me negata a causa dei 70 scalini, è il “tram” costituito da sei capsule sferiche da due posti - l’incubo perfetto per persone claustrofobiche - che tramite cavi salgono all’interno dell’arco fino all’apice a più di 200 m di altezza. Lì è possibile, affacciandosi su degli oblò , avere una stupenda vista sulla città e sul possente Missouri che scorre vicino e segna il confine tra Illinois e Missouri. Quando esco fuori il caldo è diminuito, o forse è la brina che ricopre i miei capelli, e quindi mi concedo una piacevolissima passeggiata di due ore con Atto lungo il parco che costeggia il Missouri. Ritorno in hotel dopo il tramonto, quando ormai è notte: la luce blu del display è piuttosto intensa e permette ad Atto di essere visibile nell’arco di alcuni metri e finché si sta sui marciapiedi va benissimo.
Un’altra giornata a pieni voti per Atto!























Commenti

  1. Divertente come sempre.
    Ma il simpatico (almeno inizialmente) cacciatore di castori non aveva caldo? Me lo immagino col cappello in vera pelliccia...
    Interessante scoprire i retroscena della storia europea grazie al tuo viaggio. Non ricordo di aver studiato che Napoleone avesse venduto i territori in America per aumentare la propria influenza nel vecchio continente... sarà l'età!

    Buona continuazione e grazie ancora!

    PS dovresti dotarti di lucine a led per renderti ben visibile nelle tue escursioni notturne

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    1. Ciao Roberto! Sei sicuramente il mio follower più fedele! Per quanto riguarda la visibilità notturna pensavo ad un affidabile casco da minatore ⛑ 😁👋

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  2. Come Roberto il follower più fedele? E io chi sono!!?? 😭😭😭😭😭😭😭😭

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  3. Eh ma lui ha risposto prima. Devi applicarti dippiù! Try harder! 😁

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